Lo Zafferano
Uno dei prodotti doc a denominazione di origine protetta proveniente da San Gimignano è lo Zafferano.
Estratto dalla pianta del Crocus sativus, la cui produzione è consentita solamente nel territorio del comune di San Gimignano.
Il Crocus Sativus viene piantato alla fine del mese di agosto, e la pianta fiorisce in un tempo relativamente breve, in quanto già intorno alla fine di settembre i fiori possono essere raccolti. La raccolta, così come le altre parti del processo di lavorazione del prodotto, è da effettuarsi rigorosamente a mano, in quanto un procedimento di tipo meccanico rischierebbe di rovinare irrimediabilmente i pistilli. Dopo la raccolta dei fiori, avviene la separazione degli stessi dai pistilli, i quali vengono successivamente fatti essiccare; diverse sono le modalità con cui questo processo può avere luogo: dalla più classica e naturale esposizione solare al posizionamento in forno, passando per l’utilizzo di fiamme o bracieri. Una volta pronti, i pistilli vengono tritati a manualmente e stoccati in attesa del commercio, che avviene solitamente in porzioni particolarmente ridotte.
La Vernaccia di San Gimignano
La Vernaccia è un vino bianco prodotto solo nella zona limitrofa di San Gimignano (tra Siena e Firenze). È controllato e garantito dal marchio di Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG) ed è stato il primo vino italiano a ricevere il marchio di Denominazione di Origine Controllata (DOC) nel 1966 e nel 1993 ha avuto la DOCG. L’origine del nome Vernaccia è piuttosto incerto, probabilmente prende il nome dal latino vernaculum (=del posto), altre ipotesi, come quella del poeta seicentesco Marchio Lucidi, farebbero discendere il nome da verno, gelido. Secondo il Vocabolario Treccani deriva invece dal toponimo Vernazza, borgo delle Cinque Terre, ove veniva prodotto un vino dallo stesso nome sin dal Medioevo. Questo vino affonda le sue radici in tempi molto lontani, come dimostrano vari documenti storici, opere letterarie e atti ufficiali. L’inizio della sua produzione viene collocato intorno al 1200.
Ottime le annate 2010 – 2009 – 2007 e 2005. Il 2008 è stato un anno un po’ difficile. Il suo sapore è caratterizzato da un ventaglio di intensi profumi floreali e di frutta. Al complesso arredo olfattivo degli altri vini aggiunge sentori di glassa e melone, un’ottima corrispondenza tra naso e bocca e un finale lungo. Si annotano intensi sentori di fiori gialli, di mela cotogna, papaya, spezie, piacevole tocco di crema di vaniglia, glassa, burro. In bocca sapido e burroso, persistente. Fine non in vista.
Tutto questo in un bicchiere di un bianco toscano. Prosit!
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